mercoledì 25 luglio 2007
è uscito Bad angels Numero due
Copertina di Fabio D'auria.
Disegni di Gianluca Torda.
Soggetto e sceneggiatura del sottoscritto.
http://www.comicus.it/alienpress/
domenica 22 luglio 2007
Interludio:Frankestein 1945
Sorvegliare quel laboratorio era terribilmente noioso. Per fortuna c'era Fransiska.
Un perfetto esempio della superiorità della razza ariana: una bionda di un metro ed ottanta con un fisico di stupefacente bellezza. Quando entrò dalla porta, Uwe ebbe un sussulto. Sotto il camice bianco della sua collega si potevano intravedere i contorni neri del reggicalze. Uwe cominciò a sentire come un fastidioso limite la patta dei suoi pantaloni. Con un gesto veloce della mano, lei gli venne in aiuto sbottonando la cerniera.
- Dobbiamo sbrigarci, tra mezz'ora devo trovarmi nello studio del professore-
- Non ti preoccupare- disse lui, togliendole il camice.
Fransiska si sedette sopra il tavolo, e con le gambe aperte sembrava invitarlo alla penetrazione.
- Lì no, il professore è stato categorico. La macchina non deve essere in alcun modo sfiorata.-
In tutta risposta, lei divaricò ancora di più le gambe.
Neanche la Grande MadrePatria Germania poteva avere un effetto più forte su di lui.
Con il cervello ormai ostaggio del testosterone, si calò i pantaloni e si diresse esattamente dove la suo libido aveva deciso.
Nella struggente estasi dell'amore, sfiorò senza neanche accorgersene uno dei due elettrodi della macchina.
Un'imprevista impennata dell'interruttore delle radiazioni concise con un fortunato orgasmo simultaneo.
- Allora professore, sono impaziente di vedere il risultato dei suoi esperimenti-
- Quello che sta per vedere è solo il primo esemplare di una nuova specie- disse Mengele, srotolando un telo sopra di un'enorme gabbia.
-Certo, come potrà notare è ancora un prototipo- fece, indicando una gigantesca creatura deforme- Le imperfezioni del corpo sono dovute ai cadaveri che abbiamo avuto a disposizione negli ultimi tempi.. Spero in futuro di poter disporre di qualcosa di più intero-
- Se il risultato è in linea con le nostre aspettative, lei non dovrà più preoccuparsi di niente-
-Perfetto- congolò il professore sfregandosi le mani.- Fate entrare i prigionieri.- urlò ad uno dei suoi collaboratori- Ora le farò vedere di cosa è capace questo mostro-
- Sembra così tranquillo-
- Sono le sbarre. Ha imparato a conoscere che possono fargli molto male-
- Sono elettrificate?-
- Naturalmente- disse indicando il metallo.
La creatura in fondo alla gabbia sembrava quasi inerme. Seduta con la testa china sulla spalla, assomigliava ad una statua realizzata con le proporzioni sbagliate. Il braccio destro, decisamente più lungo del sinistro, era appoggiato a terra. Solo gli occhi davano piccoli cenni di vita. Di un verde brillante, erano l'unico vero legame apparente di quell'essere con la razza umana.
Si spalancò la porta. Un gruppo di prigionieri entrò nella sala.C'erano soprattutto donne e bambine. Il professore fece un cenno ad uno dei suoi collaboratori, poi con voce pacata si diresse al suo interlocutore.
- Si allontani. è necessario prendere le dovute precauzioni-
-è sicuro che si tratti di un test significativo? Si tratta di donne e bambini, e per giunta di razza inferiore.-
-Cambierà idea quando saranno fatti a pezzi- disse il professore prima di attivare l'elettricità intorno alla gabbia.
Il suo sguardò si diresse su di una ragazzina dal fisico consunto e l'espressione fissa, come persa nel vuoto. - Faccia entrare quella bambina per prima- ordinò ad un suo collaboratore.
- Ma è uno scricciolo! Quasi non si regge in piedi-
- Più sono deboli, più lo irriteranno-
La piccola entrò nella gabbia, ed un secco rumore metallico indicò che era prigioniera.
Si muoveva con un'estrema lentezza, ma non per la paura. In effetti era talmente stanca che non aveva neanche capito dove si trovasse con esattezza.
La creatura in fondo alla gabbia si alzò senza fretta, e con passi altrettanto lenti si avvicinò alla bambina. Non fece in tempo a sfiorarla che lei svenne. Il suo corpicino denutrito si piegò a terra come un fuscello spinto dal vento. Prima dell'urto con il suolo, il gigante la prese con la mano, e delicatamente la sollevò in grembo.
- Bè che sta facendo? Non dovrebbe farla a pezzi?-
- Un attimo di pazienza capitano. Solo un momento-
Un arcobaleno di colori per un momento si riflesse nelle lenti del professore.
Dopodichè, la creatura poggiò la bambina a terra. Il colorito della pelle era diventato di un rosa vivo, ed anche il corpo non sembrava più così denutrito. La ragazzina aprì gli occhi e cominciò a camminare.
- Complimenti professore. Aveva detto che mi avrebbe dato un mostro d'incredibile ferocia, e tutto quello che mi ritrovò è un disgustoso ed inutile obbrobrio. Sparate- fece ai suoi soldati, indicando la gabbia.
- Nooo!!! Ha curato la bambina.. Non è un il guerriero che le avevo promesso, ma potrebbe esserci ugualmente utile-
- Professore, i suoi vaneggiamenti non mi interessano più.Da questo momento, lei è destiuito dalla sua carica- disse con voce ferma, mentre i mitra dei suoi soldati venivano scaricati contro la creatura nella gabbia.
Sangue di un brillante colore arcobaleno cominciò a scorrere sul terreno, ma del mostro non ce n'era più traccia.
-Ti troverò, ovunque tu sia andato- mormorò il professore sottovoce.
Un perfetto esempio della superiorità della razza ariana: una bionda di un metro ed ottanta con un fisico di stupefacente bellezza. Quando entrò dalla porta, Uwe ebbe un sussulto. Sotto il camice bianco della sua collega si potevano intravedere i contorni neri del reggicalze. Uwe cominciò a sentire come un fastidioso limite la patta dei suoi pantaloni. Con un gesto veloce della mano, lei gli venne in aiuto sbottonando la cerniera.
- Dobbiamo sbrigarci, tra mezz'ora devo trovarmi nello studio del professore-
- Non ti preoccupare- disse lui, togliendole il camice.
Fransiska si sedette sopra il tavolo, e con le gambe aperte sembrava invitarlo alla penetrazione.
- Lì no, il professore è stato categorico. La macchina non deve essere in alcun modo sfiorata.-
In tutta risposta, lei divaricò ancora di più le gambe.
Neanche la Grande MadrePatria Germania poteva avere un effetto più forte su di lui.
Con il cervello ormai ostaggio del testosterone, si calò i pantaloni e si diresse esattamente dove la suo libido aveva deciso.
Nella struggente estasi dell'amore, sfiorò senza neanche accorgersene uno dei due elettrodi della macchina.
Un'imprevista impennata dell'interruttore delle radiazioni concise con un fortunato orgasmo simultaneo.
- Allora professore, sono impaziente di vedere il risultato dei suoi esperimenti-
- Quello che sta per vedere è solo il primo esemplare di una nuova specie- disse Mengele, srotolando un telo sopra di un'enorme gabbia.
-Certo, come potrà notare è ancora un prototipo- fece, indicando una gigantesca creatura deforme- Le imperfezioni del corpo sono dovute ai cadaveri che abbiamo avuto a disposizione negli ultimi tempi.. Spero in futuro di poter disporre di qualcosa di più intero-
- Se il risultato è in linea con le nostre aspettative, lei non dovrà più preoccuparsi di niente-
-Perfetto- congolò il professore sfregandosi le mani.- Fate entrare i prigionieri.- urlò ad uno dei suoi collaboratori- Ora le farò vedere di cosa è capace questo mostro-
- Sembra così tranquillo-
- Sono le sbarre. Ha imparato a conoscere che possono fargli molto male-
- Sono elettrificate?-
- Naturalmente- disse indicando il metallo.
La creatura in fondo alla gabbia sembrava quasi inerme. Seduta con la testa china sulla spalla, assomigliava ad una statua realizzata con le proporzioni sbagliate. Il braccio destro, decisamente più lungo del sinistro, era appoggiato a terra. Solo gli occhi davano piccoli cenni di vita. Di un verde brillante, erano l'unico vero legame apparente di quell'essere con la razza umana.
Si spalancò la porta. Un gruppo di prigionieri entrò nella sala.C'erano soprattutto donne e bambine. Il professore fece un cenno ad uno dei suoi collaboratori, poi con voce pacata si diresse al suo interlocutore.
- Si allontani. è necessario prendere le dovute precauzioni-
-è sicuro che si tratti di un test significativo? Si tratta di donne e bambini, e per giunta di razza inferiore.-
-Cambierà idea quando saranno fatti a pezzi- disse il professore prima di attivare l'elettricità intorno alla gabbia.
Il suo sguardò si diresse su di una ragazzina dal fisico consunto e l'espressione fissa, come persa nel vuoto. - Faccia entrare quella bambina per prima- ordinò ad un suo collaboratore.
- Ma è uno scricciolo! Quasi non si regge in piedi-
- Più sono deboli, più lo irriteranno-
La piccola entrò nella gabbia, ed un secco rumore metallico indicò che era prigioniera.
Si muoveva con un'estrema lentezza, ma non per la paura. In effetti era talmente stanca che non aveva neanche capito dove si trovasse con esattezza.
La creatura in fondo alla gabbia si alzò senza fretta, e con passi altrettanto lenti si avvicinò alla bambina. Non fece in tempo a sfiorarla che lei svenne. Il suo corpicino denutrito si piegò a terra come un fuscello spinto dal vento. Prima dell'urto con il suolo, il gigante la prese con la mano, e delicatamente la sollevò in grembo.
- Bè che sta facendo? Non dovrebbe farla a pezzi?-
- Un attimo di pazienza capitano. Solo un momento-
Un arcobaleno di colori per un momento si riflesse nelle lenti del professore.
Dopodichè, la creatura poggiò la bambina a terra. Il colorito della pelle era diventato di un rosa vivo, ed anche il corpo non sembrava più così denutrito. La ragazzina aprì gli occhi e cominciò a camminare.
- Complimenti professore. Aveva detto che mi avrebbe dato un mostro d'incredibile ferocia, e tutto quello che mi ritrovò è un disgustoso ed inutile obbrobrio. Sparate- fece ai suoi soldati, indicando la gabbia.
- Nooo!!! Ha curato la bambina.. Non è un il guerriero che le avevo promesso, ma potrebbe esserci ugualmente utile-
- Professore, i suoi vaneggiamenti non mi interessano più.Da questo momento, lei è destiuito dalla sua carica- disse con voce ferma, mentre i mitra dei suoi soldati venivano scaricati contro la creatura nella gabbia.
Sangue di un brillante colore arcobaleno cominciò a scorrere sul terreno, ma del mostro non ce n'era più traccia.
-Ti troverò, ovunque tu sia andato- mormorò il professore sottovoce.
mercoledì 11 luglio 2007
Giù le mani dai miei piselli Parte Seconda
Il peggio era passato. Strinse tra le dita alcuni piselli dal seme rugoso per rilassarsi. La sua coltura era pressochè salva.
" Sei sicuro che non ci vuoi fare la zuppa con quei fagioli verdi?" chiese Zdenek, che non capiva molto di botanica. Il suo compito era quello di pulire, poi che differenza ci fosse tra un glicine ed un geranio non lo riguardava di certo.
" Non sono fagioli" rispose Mendel con una calma che sapeva troppo di quiete prima della tempesta " sono piselli selvatici".
" Mi servono per alcuni esperimenti che sto facendo" continuò, cercando di spegnere la rabbia che cresceva in lui.
"Mmmm" lo guardò Zdenek " E come sono nella zuppa? Perchè i fagioli sono buoni della zuppa.."
" Ti ho già detto, che mi servono per alcuni esperimenti..."
" Ho capito"
" Hai capito?"
"" Si.." " Tu stai cercando di fare una zuppa con quei cosi.."
" Piselli" lo interruppe Mendel, al culmine dell'esasperazione.
" Ma non serve perdere tutto questo tempo.. C'è già la zuppa con i fagioli, che è molto buona"
" Si ma io non ci devo fare la zuppa Zdenek.. Ci devo fare degli esperimenti.."
" E allora perchè mi hai detto che ci dovevi fare la zuppa?"
" Ma io non te l'ho detto.."
" Certo..e allora perchè non li vuoi buttare?"
Mendel alzò la testa. Il sole splendeva alto nel cielo. Dio lo stava osservando, e non avrebbe apprezzato se avesse cercato di colpire Zdenek..
Si sedette su di una sedia di legno.
" Non vai a fare colazione Zdenek?"
" Vuoi offrimi la zuppa? Io quei cosi non li voglio.."
"No, voglio rimanere un momento solo nella serra a pregare"
" A pregare? Qui?"
" Si.. Posso?"
" In tal caso... Finisco dopo" disse poggiando la scopa al muro.
Un attimo dopo la sua scomparsa, Mendel giunse le mani, per ringraziare Dio.
"E ora, tocca a voi, piccoli miei" disse fra sè e sè.
"Allora, tu entri nella stanza con la tua vestaglietta trasparente,e li guardi con fare ammiccante. Poi reciti la tua battuta "E ora tocca a voi, piccoli miei".
" Come piccoli miei.. è più di venti centimetri." fece una voce la fondo della sala.
" Si Eric, ma ora interpreti il ruolo di uno dei sette nani"
" Veramente, neanche a me sembrano così piccoli"
" Ci mancava solo la principessa. Per una volta, puoi fare quello che ti dico senza lamentarti?"
" Ricordati che questo è il mio ultimo film del genere. Dopo, voglio solo ruoli impegnati"
" Perchè, questo non ti impegna abbastanza?" disse uno dei nani, allundendo alla sua terza gamba, che tesa verso di lei, formava un angolo retto con il suo ventre.
" Questo è solo uno dei tanti motivi per cui non mi vedrete più" rispose lei, con una voce fredda e distaccata che però sembrava non influenzare le velleità artistiche del suo collega.
" Va bene, ne abbiamo già parlato. Dopo, solo ruoli impegnati. Ora per favore, puoi ringraziare i sette nani per averti salvato dalla strega cattiva?"
" Si" disse lei a malincuore.
Prima di entrare sul set, si guardò allo specchio. Madre natura aveva fatto un'ottimo lavoro con il suo corpo, ed ora era tempo di sfruttarlo meglio.
"Sono la più bella del reame" pensò, prima di aprire la porta.
"E ora tocca a voi, piccoli miei". I sette nani, che poi tanto nani non erano, sorrisero.
" Sei sicuro che non ci vuoi fare la zuppa con quei fagioli verdi?" chiese Zdenek, che non capiva molto di botanica. Il suo compito era quello di pulire, poi che differenza ci fosse tra un glicine ed un geranio non lo riguardava di certo.
" Non sono fagioli" rispose Mendel con una calma che sapeva troppo di quiete prima della tempesta " sono piselli selvatici".
" Mi servono per alcuni esperimenti che sto facendo" continuò, cercando di spegnere la rabbia che cresceva in lui.
"Mmmm" lo guardò Zdenek " E come sono nella zuppa? Perchè i fagioli sono buoni della zuppa.."
" Ti ho già detto, che mi servono per alcuni esperimenti..."
" Ho capito"
" Hai capito?"
"" Si.." " Tu stai cercando di fare una zuppa con quei cosi.."
" Piselli" lo interruppe Mendel, al culmine dell'esasperazione.
" Ma non serve perdere tutto questo tempo.. C'è già la zuppa con i fagioli, che è molto buona"
" Si ma io non ci devo fare la zuppa Zdenek.. Ci devo fare degli esperimenti.."
" E allora perchè mi hai detto che ci dovevi fare la zuppa?"
" Ma io non te l'ho detto.."
" Certo..e allora perchè non li vuoi buttare?"
Mendel alzò la testa. Il sole splendeva alto nel cielo. Dio lo stava osservando, e non avrebbe apprezzato se avesse cercato di colpire Zdenek..
Si sedette su di una sedia di legno.
" Non vai a fare colazione Zdenek?"
" Vuoi offrimi la zuppa? Io quei cosi non li voglio.."
"No, voglio rimanere un momento solo nella serra a pregare"
" A pregare? Qui?"
" Si.. Posso?"
" In tal caso... Finisco dopo" disse poggiando la scopa al muro.
Un attimo dopo la sua scomparsa, Mendel giunse le mani, per ringraziare Dio.
"E ora, tocca a voi, piccoli miei" disse fra sè e sè.
"Allora, tu entri nella stanza con la tua vestaglietta trasparente,e li guardi con fare ammiccante. Poi reciti la tua battuta "E ora tocca a voi, piccoli miei".
" Come piccoli miei.. è più di venti centimetri." fece una voce la fondo della sala.
" Si Eric, ma ora interpreti il ruolo di uno dei sette nani"
" Veramente, neanche a me sembrano così piccoli"
" Ci mancava solo la principessa. Per una volta, puoi fare quello che ti dico senza lamentarti?"
" Ricordati che questo è il mio ultimo film del genere. Dopo, voglio solo ruoli impegnati"
" Perchè, questo non ti impegna abbastanza?" disse uno dei nani, allundendo alla sua terza gamba, che tesa verso di lei, formava un angolo retto con il suo ventre.
" Questo è solo uno dei tanti motivi per cui non mi vedrete più" rispose lei, con una voce fredda e distaccata che però sembrava non influenzare le velleità artistiche del suo collega.
" Va bene, ne abbiamo già parlato. Dopo, solo ruoli impegnati. Ora per favore, puoi ringraziare i sette nani per averti salvato dalla strega cattiva?"
" Si" disse lei a malincuore.
Prima di entrare sul set, si guardò allo specchio. Madre natura aveva fatto un'ottimo lavoro con il suo corpo, ed ora era tempo di sfruttarlo meglio.
"Sono la più bella del reame" pensò, prima di aprire la porta.
"E ora tocca a voi, piccoli miei". I sette nani, che poi tanto nani non erano, sorrisero.
lunedì 9 luglio 2007
Giù le mani dai miei piselli. Parte Prima
Si svegliò sudato. Aveva avuto un incubo. Un enorme baccello l'aveva inseguito per tutta la notte, domandogli " Perchè mi fai questo?". "È per la ricerca scientifica" aveva cercato di difendersi senza successo." Per la gloria di Dio" fece, ansimando per la gran corsa. Sfortunatamente, l'enorme pisello che lo inseguiva non sembrava interessato alla celebrazione dell'opera del Signore. " Perchè mi fai questo?" continuò, fino alle prime luci dell'alba.
Era una mattina fredda, e un tenue raggio di sole finì la sua corsa sugli occhi di Mendel. Se non fosse stato un timorato monaco agostiniano, avrebbe inveito contro quella luce che lo molestava nel sonno. Il sole era la prova dell'esistenza di Dio, e quel raggio una leggera carezza sul suo volto. Si alzò dalla sua austera brandina, pregò come ogni mattina, e prima di uscire si infilò una pesante giacca di lana.
Mentre i suoi confratelli si dirigevano al refrettorio per fare colazione, Gustav si diresse verso la sua amata serra, per controllare le sue pianticelle.
Aveva incrociato la seconda generazione di piselli una settimana fa, ed ora doveva fare i suoi conti. Eccitato dalla prospettiva di segnare sulla sua tabella circa un centinaio di nuovi baccelli, aprì la pesante porta che separava il giardino dal resto del monastero.
Zdenek, il confratello a cui spettava il compito di tenere pulita la serra, stava per buttare i suoi preziosi esperimenti.
- Giù le mani dai miei piselli-urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, precipitandosi verso le sue amate colture.
-Giù le mani dai miei piselli? Ma siete impazziti? Vi sembra un titolo da proporre? Io non lo metto il mio nome su di un'obrorio del genere...-
- Non mi sembra che per Inculata Russa hai fatto tutti questi problemi...-
- Inculata russa era due anni fa. Ora io sono una star, e non voglio compromettere la mia carriera per uno stupido filmetto-
- Benissimo...allora visto che sei una star perchè non lo proponi tu un nuovo titolo?-
- Perchè io sono pagata per fare altro-
- Guarda che come te ne trovo altre cento-
- Davvero- disse lei, con la mano sinistra chiusa sul cavallo dei pantaloni di lui.
Portò le labbra vicino alle sue, e sussurrò dolcemente.
- Sei sicuro? Quand'è così, fai come vuoi... -
- Non sono sicuro di niente- le rispose, ristemandosi la patta dei jeans.
-Lo sai che quando fai così non sono in grado di dirti di no-
- Certo che lo so, ed ora sbrigati a cambiare quel nome... Voglio un nuovo titolo quando esco dalla mia vasca...A proposito, l'ultimo attore aveva un odore insopportabile-
- Chi , Gregor?-
- Intendi l'energumeno sul trattore?-
- Esatto-
- Fallo sparire.. E, detto fra noi, se lo è rifatto- disse, prima di sparire con il suo splendido corpo sotto una vasca piena di sapone.
Era una mattina fredda, e un tenue raggio di sole finì la sua corsa sugli occhi di Mendel. Se non fosse stato un timorato monaco agostiniano, avrebbe inveito contro quella luce che lo molestava nel sonno. Il sole era la prova dell'esistenza di Dio, e quel raggio una leggera carezza sul suo volto. Si alzò dalla sua austera brandina, pregò come ogni mattina, e prima di uscire si infilò una pesante giacca di lana.
Mentre i suoi confratelli si dirigevano al refrettorio per fare colazione, Gustav si diresse verso la sua amata serra, per controllare le sue pianticelle.
Aveva incrociato la seconda generazione di piselli una settimana fa, ed ora doveva fare i suoi conti. Eccitato dalla prospettiva di segnare sulla sua tabella circa un centinaio di nuovi baccelli, aprì la pesante porta che separava il giardino dal resto del monastero.
Zdenek, il confratello a cui spettava il compito di tenere pulita la serra, stava per buttare i suoi preziosi esperimenti.
- Giù le mani dai miei piselli-urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, precipitandosi verso le sue amate colture.
-Giù le mani dai miei piselli? Ma siete impazziti? Vi sembra un titolo da proporre? Io non lo metto il mio nome su di un'obrorio del genere...-
- Non mi sembra che per Inculata Russa hai fatto tutti questi problemi...-
- Inculata russa era due anni fa. Ora io sono una star, e non voglio compromettere la mia carriera per uno stupido filmetto-
- Benissimo...allora visto che sei una star perchè non lo proponi tu un nuovo titolo?-
- Perchè io sono pagata per fare altro-
- Guarda che come te ne trovo altre cento-
- Davvero- disse lei, con la mano sinistra chiusa sul cavallo dei pantaloni di lui.
Portò le labbra vicino alle sue, e sussurrò dolcemente.
- Sei sicuro? Quand'è così, fai come vuoi... -
- Non sono sicuro di niente- le rispose, ristemandosi la patta dei jeans.
-Lo sai che quando fai così non sono in grado di dirti di no-
- Certo che lo so, ed ora sbrigati a cambiare quel nome... Voglio un nuovo titolo quando esco dalla mia vasca...A proposito, l'ultimo attore aveva un odore insopportabile-
- Chi , Gregor?-
- Intendi l'energumeno sul trattore?-
- Esatto-
- Fallo sparire.. E, detto fra noi, se lo è rifatto- disse, prima di sparire con il suo splendido corpo sotto una vasca piena di sapone.
domenica 8 luglio 2007
Eccomi
Eccomi qui, al mio primo post. Mi sento come uno scolaretto delle elementari, con il suo bel grembiulino nuovo,inconsapevole di ciò che lo aspetterà. Mi guardo attorno; la mia stanza mi guarda sarcastica " Hei cretino, smettila di fare paragoni stupidi e taglia corto con sta tastiera, che stiamo cercando di riposare" sembra dirmi sornione lo scanner. Deluso da un tradimento inaspettato, abbasso la testa verso il mio pigiama "Standard Good". Un prodotto di media qualità, ma fatto veramente bene. Così, almeno quando dormo, posso dire di essere come tutti gli altri. Rialzo la testa. L'eccitazione procuratami dal miraggio di una vita normale lentamente svanisce. Torno
subito in me, e vorrei andarmene, ma non posso. Prigioniero di un corpo simil Neri Marcorè inadatto ad ogni tipo di sport, salvo riservare incredibili colpi quando nessuno ( ormai, ahimè) se lo aspetta. Sono in bilico tra un destino infame ed uno con tanta fame, e coltivo la sciocca ambizione di un lavoro nell'ineffabile mondo della creatività. Così mentre aspiro polvere di stelle ( ma non la sniffo, che c'ho il setto nasale deviato) corro con coraggio da codardo lunghi freddi binari morti. Quali? Quelli di questo post, perso in un pomeriggio di luglio che prepotente si mostra nella mia finestra.
subito in me, e vorrei andarmene, ma non posso. Prigioniero di un corpo simil Neri Marcorè inadatto ad ogni tipo di sport, salvo riservare incredibili colpi quando nessuno ( ormai, ahimè) se lo aspetta. Sono in bilico tra un destino infame ed uno con tanta fame, e coltivo la sciocca ambizione di un lavoro nell'ineffabile mondo della creatività. Così mentre aspiro polvere di stelle ( ma non la sniffo, che c'ho il setto nasale deviato) corro con coraggio da codardo lunghi freddi binari morti. Quali? Quelli di questo post, perso in un pomeriggio di luglio che prepotente si mostra nella mia finestra.
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