-Mi dispiace signore, ma non posso farla entrare..-
-È impazzito? Vuole farsi licenziare? Sono socio benemerito, e se non si sbriga a farmi entrare le giuro che per lei saranno tempi duri..-
- Non posso..I suoi calzini signore..-
-Cos'hanno i miei calzini?-
- Sono spaiati-
- Cosa sta dicendo...-
Giorgio non riuscì a terminare la frase. Rimase con la testa china a guardare due calzini che in comune avevano solo il nome.
Uno, rosso e orgoglioso, sembrava guardare l'altro, bianco e sobrio, con un pizzico di superiorità.
Alzò il capo. Il portiere aveva ragione. Le regole erano ferree. Ed una cosa del genere non si poteva perdonare neanche al Presidente. Che caduta di stile. Tutto per colpa di quella donna.
Da due settimane non faceva altro che scombinare la sua vita. E non era neanche bella. Almeno, non in senso classico. Però ci sapeva fare. A guardarla con gli occhi della ragione, Giorgio non gli avrebbe dedicato un attimo. Ma quando si infilava sotto le coperte, era tutta un'altra storia.
Eppure, aveva cercato di dirglielo.
- Non adesso...non adesso..che ho la partita di tennis con il presidente-
Lei però in risposta si era tuffata fra le lenzuola, ed era atterrata sul basso ventre di Giorgio.
Le sue mani sapienti gli avevano fatto dimenticare del rigido formalismo del club, e ostaggio della fretta, si era ritrovato con due calzini diversi.
Certo, aveva un'ottima giustificazione, ma era una storia troppo lunga da raccontare al portiere. E poi, c'erano degli aspetti da tralasciare, come il fatto che lei era la sua donna delle pulizie, e lui era sposato, eppure la casa era sempre sporca e sua moglie non faceva altro che cercare una sostituta.
Nel suo portafogli trovò un ottimo riassunto universale, e lo allungò al portiere.
- Tra dieci minuti sono di nuovo qui. Mi raccomando, non fare parola a nessuno di questo- disse, indicandosi i piedi.
Il portiere respinse un sorriso, e forte della sua posizione di testimone privilegiato sogghignò
- Sa, è difficile..è che dicono tutti che ho una buona memoria-
Giorgio sbuffò, e gli allungò altre due o tre banconote.
-Certo, non posso proprio ricordarmi tutto- sorrise il portiere con le tasche piene e la mente un pò più vuota.
Giorgio salì sulla sua Smart, e cominciò un improvabile slalom fra le macchine.
Un turista tedesco rischiò la vita mentre attraversava la strada, e per festeggiare lo scampato pericolo vomitò incomprensibili insulti all'indirizzo della smart.
Dopo aver stabilito il nuovo record mondiale Aniene-Vigna Clara, Giorgio parcheggiò la sua macchina accanto al Suv di chissà quale effimera star della tivù( sua moglie gli aveva anche detto in nome, ma in quel momento la casa era molto sporca) e corse verso il suo appartamento.
Entrò senza curarsi di nessuno, con un unico obiettivo in testa: un calzino bianco.
Lo trovò sulla mensola dell'armadio, solo e abbandonato dal suo compagno di una vita.
Giorgio lo prese, lo poggiò sul letto e si tolse quello sbagliato.
Guardò l'orologio. Però, ho ancora cinque minuti...
In quel momento si aprì la porta.
- No,- fece lui -Adesso No-
Come risposta, due mani esperte si misero a frugare nei suoi pantaloni come trivelle in cerca di petrolio.
Il presidente avrebbe dovuto aspettare un pò....
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5 commenti:
Hai sempre quello spunto fresco ed originale, divertente e ben scritto....
Ciao! : )
P.S.
Mi raccomando, non fare che aggiorni il blog tra un paio di mesi eh?
Grazie...
e non ti preoccupare... la pausa è dovuta alla calda estate ( e la voglia annessa di non fare nulla)
aò... hai tirato su sto blog e non mi dici nulla?... tepossino.
Piacevole come sempre... ma dove hai imparato a scrivere così? Ci voglio andare anche io :asd:
Wow me lo sono letto tutto d'un fiato complimenti!
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