lunedì 23 giugno 2008

Regali veramente utili

Un regalo utile è un'offesa gratuita, una dichiarazione di guerra subdola e spesso inconsapevole.
È un'amicizia che non sorprende, un pensiero scontato che ti colpisce con la forza di una carezza che si crede un pugno.
Si manifesta spesso dopo la Laurea, quando il presente è una valigetta da lavoro in cui racchiudere passato e futuro in una routine forzata che veste in giacca e cravatta ed ha dimenticato la bellezza dei colori.
Un regalo utile è pratico, comune e spesso noioso: in pratica l'esilir perfetto di lunga banalità.
Per tutti coloro che ancora non si sono piegati a questa triste usanza, ecco una lista di cinque regali assolutamente inutili e per questo meravigliosi. Fidatevi, e diventerete gli idoli dei vostri amici:


1) la Graffetta multiuso di MacGyver: è un'eccezione alla regola, vista la sua evidente utilità, ma le esplosioni che può innescare la rendono assolutamente speciale. Immancabile nell'astuccio dell'ostaggio irrequieto.



2) L'Airzooka è veramente qualcosa di inutile e meraviglioso. è un bazooka a tutti gli effetti, solo che invece di sparare missili o semplici palle da gioco, lancia aria nell'aria. Gli esperti che l'hanno provato ( nella foto, il testatore Bob sembra piuttosto minaccioso) dicono che non si tratta di un semplice venticello, ma di qualcosa di assolutamente portentoso. Può spingere un uomo fino a tre o quattro metri di distanza con una semplice pressione. Se ne raccomanda un uso calmo e morigerato, perchè l'oggetto in questione è bello ma anche molto pericoloso.



3) Questo è assolutamente imperdibile: ogni volta che vi sentite tristi ed incompresi, potete spruzzare questo spray ed avrete immediatamente idilliaci ricordi della vostra infanzia. Attenzione: essendo questo prodotto osteggiato dalle associazioni di psichiatri e psicologici, che senza i danni prodotti alla nostra psiche dai traumi infantili si troverebbero quasi senza lavoro, è molto difficile da repererire.



4) Questo è un pò fastidioso, ma ha la sua poesia: la sveglia volante. Ogni mattina, all'orario prestabilito, ne se svolazzerà da qualche parte, rendendovi impossibile continuare a poltrire a letto. L'entusiasmante caccia ancora assonati alla sveglia atterata chissà dove può avere risvolti imprevedibili, negativi nel caso di vicini gelosi della propria intimità, ma interessanti nel caso di vicine desiderose invece di mostrarle quelle intimità.



5) Il Flusso Canalizzatore, immancabile nella macchina di chiunque voglia divertirsi a viaggiare nel tempo. Il costo è un pò elevato, circa 200 euro, ma le soddisfazioni sono molte: poter affermare tranquillamente " Strade, dove andiamo noi non c'è bisogno di strade" non ha prezzo.
Se posso permettermi, questo regalo andrebbe abbinato a questo geniale orologio relativistico

domenica 15 giugno 2008

Sono Ballo dentro


Nota: la lettura del pezzo è consigliata in abbinamento all'ascolto di due pezzi. Il primo è il discutibile "Up and Down " dei Venga Boys ( bastano pochi attimi di ascolto, non sono così sadico), il secondo è a scelta fra " Cocaine" di Eric Clapton, " Smoke on the Water" dei Deep purle e "All along the watchtower" nella versione di Jimi Hendrix.

-Balli?-
-Solo dentro-
- Il solito noioso.-disse lei, portando il suo ipnotico didietro sulla pista.
Gli anni '90 trionfavano dalla consolle, e tutti sembravano divertirsi tantissimo.
Generosi vestiti scollati mostravano giovani fanciulle pronte a cimentarsi nella segreta arte dell'amore, e nell'attesa di essere sedotte dal fascino di un giovane piccolo impreditore muovevano le loro parti migliori su di un pezzo dei Vengaboys.
Lui era seduto al bordo, rigido come un tronco nei pressi di un prato, e la guardava ballare con un misto di rassegnatezza e gelosia.
Il suo basso ventre premeva per una soluzione diversa, e cercava di spingerlo il più possibile ad avvicinarsi a quei corpi.
Probabilmente avrebbe ceduto, se non fosse stato per un ragazzo che gli ballava davanti con la grazia di un cammello appena abbeveratosi in una botte di birra.
Fu in quel momento che la sua testa prese il sopravvento, organizzando un improvvisato concerto immaginario: Jimi Hendrix si sostituì al deejay, bruciando il piatto dischi ed improvvisando un impossibile arpeggio con i denti.
Jaco Pastorius arrivò di conseguenza, e cominciò a divertisi con uno strano tipo con i baffi ricurvi che non era sulla lista degli invitati e di nome faceva Zappa.
Jimmi Page arpeggiava tranquillamente con la sua chitarra, ed ogni tanto sacrificava un invitato a Satana, per poi dedicargli un pezzo hard rock con l'aiuto della batteria di John Bonham.
Lui si tolse la giacca, e si gettò tra la folla infervorato dal fascino del rock and roll.
Lo stavano trascinando da una parte all'altra del palco cantando a squarciagola Smoke on the Water quando lei gli posò una mano sulla spalla, svegliandolo dall'incanto.
I suoi cattivi maestri scomparvero, e ricominciò a sentire la voce campionata di Rihanna, che priva dal suo fascino di modella, appariva un pò ridicola nella sua reiterata richiesta di un ombrello in un giorno di pioggia.
- Allora, ti stai divertendo tutto da solo in disparte?-
- Certo, non sai quanto.-
- Potresti sempre venire con noi-
Lui la baciò e le disse all'orecchio
- Non posso, io sono ballo dentro-
e si allontanò dalla discoteca, mentre Jimi Hendrix gli faceva l'occhiolino e con la sua voce roca gli diceva
-Allora, ricominciamo?-
-Let's play some rock and roll man- rispose lui.

lunedì 2 giugno 2008

C'era una volta



C'era una volta, neanche troppo tempo fa, un giovane scrittore di favole che cercava la sua principessa sul pisello, e quando la trovò fu a lungo felice.
Per evitare sgradite sorprese, si preoccupò di fare scorta di contraccettivi: per sua sfortuna, la Malefica strega cattiva, che con il sopraggiungere della vecchiaia non ci vedeva più molto bene, scambiò il dito di Aurora con uno dei profilattici acquistati dall'ignaro scrittore, e lo bucò con il fuso di un arcolaio.
Nove mesi dopo nacque una splendida bambina, a cui i genitori non diedero nessun nome tratto da una fiaba, che morti precoci e maledizioni terribili alla lunga qualcosa insegnano.
La bambina crebbe felice finchè un giorno non dovette andare a portare un cestino alla nonna, che abitava dall'altra parte del bosco. La madre la salutò con affetto " In bocca al lupo, mia piccolina" le disse, e mai frase fu più propizia. Nelle fauci dell'animale nonna e nipote passarono un brutto quarto d'ora, prima di essere salvate da un cacciatore che nonostante l'eroico gesto si prese una bella multa per aver violato i confini della riserva di caccia.
Passarono gli anni, e la bambina, ormai diventata adolescente, conobbe una certa Alice, che le mostrò il fascino del paese della meraviglie.
All'Università frequentò per un periodo la piccola Fiammiferaia, che al contrario di quanto scrisse Andersen, stufa di essere sfruttata abbracciò il movimento operaio e divenne una pasionaria di sinistra: per un pò contagiò anche la protagonista di questa storia, che però, insofferente alle rigide schematizzazioni della politica tornò ad assumere droghe leggere e bere thè con il cappellaio matto e lo stregatto.
Terminata l'università con profitto, la nostra piccola principessina, come tutte le protagoniste delle fiabe, sognava il suo principe azzurro: distratta dal costume ebbe una breve relazione con Superman, che una volta compreso l'equivoco la lasciò e tornò a sognare Lois.
Un giorno mentre passeggiava sovrapensiero per strada incontrò un ranocchio , e presa da uno strano impulso lo baciò: per effetto di un incantesimo o di un'imprecisata sostanza allucinogena la giovane vide l'orrido rettile trasformarsi in un meraviglioso principe, che subito la chiese in sposa.
Lei acconsentì e i due vissero felici e contenti fino a quando avvenne quello che le favole non raccontano mai: con gli anni lui divenne sempre più simile al rospo che era stato e lei si trasformò in una specie di Cenerentola tuttofare.
Stufa di quella storia alla bella e la bestia, decise di chiedere il divorzio e con i soldi di lui cominciò a vivere veramente come in una favola, facendosi coccolare da un giovane uomo muscoloso di nome Tarzan, che di grande non aveva certo il cervello, ma che di sicuro sapeva come fare felice una donna.