lunedì 25 agosto 2008

Polvere di stelle


C'è stato un tempo in cui era il re della casa, ed ogni festa era solo per lui. Ma le cose cambiano, e l'oggi diventa improvvisamente ieri, con tutte le amare conseguenze del caso. Gli abbracci si sono fatti sempre più rari,  e spesso gli è toccato dormire per terra, dimenticato come un oggetto qualunque. I suoi piccoli amici son cresciuti ogni giorno di più, e da grande che era si è trovato costretto a dover guardare tutti dal basso verso l'alto; dal quel giorno la vita non è stata più la stessa. Non era pronto a sopportare quegli sguardi di sfida, lui così tenero, sempre pronto ad amare, eterna spalla su cui piangere e consolatore silenzioso ma comprensivo. Da paffuto amico di tutti si è ritrovato così travolto dalla depressione,  che per poco non lo stava per uccidere: è dimagrito, ha perso il suo sorriso gioviale, ed ha cercato senza successo il suicidio.
Purtroppo però non c'è pace per un peluche, eterno prigioniero di quella che per noi è solo una breve stagione felice: il futuro  per lui non è una speranza, ma una rigida condanna.
Incolpevole vittima del destino, il pelouche trascorre triste gli ultimi anni della sua vita, e solo il ricordo del tempo passato allieta le sue giornate.
Gli occhi, neri di pianto, sembrano quelli di un pagliaccio senza più circo, che aspetta rassegnato un fiore capace di spruzzare improvvisamente dell'acqua, insegnandogli così a sorridere di nuovo.
Non siate cattivi: se  vedete un peluche per strada, solo e abbandonato,  abbracciatelo forte, e vedrete nei suoi occhi di plastica che ne sarà valsa la pena.