lunedì 21 dicembre 2009

Il collezionista di possibilità


Il collezionista di possibilità ha una scatola piena di se e di può darsi, e quando è triste ci si tuffa dentro.

Vive in una casa in cima ai suoi pensieri, e non si paga l'affitto.

Si declina al futuro, ma la sua  è una condizione troppo condizionata dai condizionali per fare progetti a lunga scadenza..

Appassionato di scuse e destini avversi, costruisce muri altissimi per sbatterci contro.

Fiero anticipatore di nostalgie,  spesso si porta avanti sul lavoro, rimpiangendo quello che  ancora devo succedere.

Prigioniero della sua libertà,  si diverte a giocare con il suo passato, truccandolo con i ricordi che preferisce.

Assuefatto consumatore di sogni,  è un professionista di insuccessi nella scalata alla realtà.

Perdente ma con stile, sa che in fondo la sua più che una condanna è un privilegio. 

Nessuno, infatti, può godere del suo stesso panorama: un'immensa distesa verde piena di futuri ancora liberi e brillanti, tutti da collezionare.


domenica 28 giugno 2009

Oltre la meta


Lei dipinge il silenzio colorandolo con tutti i rumori più brillanti che conosce. Adora fare figure retoriche, e preferisce il contrasto all'assenza. Sa essere grande anche quando è piccolissima, ed alla quantità antepone sempre la qualità. Geniale stilista di parole, si diverte ad ingannare i pensieri più banali, travestendoli da verità importanti. Artista dell'incomprensione, ama sedurre ed abbandonare il significato, costringendolo ad inventare la scusa della poesia per non impazzire.
Ha una terribile paura degli spazi chiusi, e per questo ha sviluppato un enorme talento nell'evasione che la porta a diventare incredibilmente scivolosa ogni qual volta cercano di trovare un modo per comprenderla definitivamente.
Sa di essere speciale, ed è come una bellissima donna dai mille volti ma dall'unico grande fascino. Ha il cuore di panna e dinamite, ed è solita viaggiare fino al confine ultimo delle cose, dove si è fatta costruire una casa appena dopo il limite della razionalità, oltre l'ultima meta sensata, come le impone la sua natura di farfalla del linguaggio, di unica, splendida ed ineffabile Metafora.

giovedì 14 maggio 2009

Sperduto nello specchio


Il politico si alzò dal letto senza svegliare la giovane che dormiva al suo fianco. Attraversò l'elegante stanza d'albergo e si diresse verso il grande specchio del bagno, pronto a ripetere mentalmente il discorso con il quale avrebbe aizzato la folla contro il suo nemico di turno.
Non chiederti cosa tu possa fare per il popolo, ma cosa il popolo possa fare per te, pensò, lasciandosi scappare un sorriso beffardo. Erano anni che ingannava tutto e tutti, e le cose non gli erano mai andate così bene. Certo, aveva dovuto mettere a tacere tante coscienze, ma non c'è niente che soldi, potere e donne non possano corrompere.
Aprì la porta, e rimase di sasso di fronte a quello che vide nello specchio.
Chiuse gli occhi, e subito dopo li riaprì, come per svegliarsi da un brutto sogno, anche se risultò del tutto inutile: l'immagine che vide riflessa era sì cambiata, ma manteneva lo stesso difetto di quella precedente, visto che non era la sua.
Si sedette sul bordo della vasca, e cominciò a ridere. Ma si, mi avranno fatto uno scherzo, qualche cretino del mio staff deve aver deciso di voler perdere il suo lavoro, e non mi resta che accontentarlo.
Tornò al letto, e svegliò la ragazza che aveva trascorso la notte con lui. Lei lo guardò ancora insonnolita, e poi si rimise a dormire.
-Devi venire un momento di là in bagno- le disse lui, costringendola ad alzarsi.
- Ma non ti basta mai?- rispose lei, seguendolo di malavoglia.
- Chi vedi nello specchio?-
- Vuoi farlo guardandoci allo specchio?-
-Ti ho fatto una domanda precisa. Cosa vedi?-
- Noi due..- fece, intimorita da quel tono.
- Chi ti ha pagata?- continuò lui, che proprio non riusciva a riconoscere più la propria immagine.
- Non capisco- riuscì a sussurrare lei, prima di essere colpita da uno schiaffo.
-La pagherete cara. Ora vattene-
- Ma-
-Fuori di qui- le urlò, trattenendosi dal colpirla ancora.
Sfortunatamente per lui, né la giovane né qualcuno del suo staff avevano organizzato uno scherzo.
Se ne accorse a poco a poco, quando gli capitava di guardare qualche sua foto, oppure una registrazione di una trasmissione televisiva.
All'inizio provò a gestire la cosa, ma si può fare a meno di tutti, tranne che di sé stessi: era come se la sua capacità di mentire era diventata talmente potente da sfuggire al suo controllo, e poiché si era stufata di ingannare gli altri, ora cominciava a farlo con lui.
Il suo declino fu rapido, e piuttosto che arrendersi alla sconfitta, preferì uscire di scena.
Lo ritrovano in bagno, con le mani sporche di sangue, come se prima di lasciarsi andare avesse preso a pugni lo specchio.
Sul muro c'era una scritta rossa Quell'immagine non è la mia.

venerdì 17 aprile 2009

I giovani di una volta


Marco non si sentiva bene da un po'. Erano già due giorni che pensava di poter cambiare il mondo, ed aveva addirittura avuto la netta percezione di provare un eccesso di entusiasmo per le cose che lo circondavano.
Preoccupato da tutta quella ingiustificata voglia di fare, cercò di recarsi il prima possibile dal suo medico di fiducia.
Dopo avergli elencato tutti i suoi sintomi, il dottore lo guardò con aria severa
- Ultimamente hai avuto la sensazione che i tuoi sogni potranno un giorno realizzarsi?-
- Si- rispose il povero Marco sempre più preoccupato.
- E credi che i tuoi errori sono comunque occasioni per imparare?-
Con un timido cenno del capo Marco rispose positivamente, anche se avrebbe voluto fare il contrario.
- Credo proprio si tratti di un violento attacco di gioventù-
- è pericoloso?-
- Dipende..Quanti anni hai?-
-25- sussurrò terrorizzato.-
- Bè, allora dobbiamo agire con rapidità. Dovrai sottoporti ad una rigida cura a base di vecchiaia: devi cominciare a lamentarti di tutto e tutti, e trovare che non ci siano più le belle cose di una volta.-
- Tutto qui?- domandò sollevato Marco.
-No, questo è solo l'inizio. Ricordati di santificare il palinsesto televisivo, e cerca soprattutto di non perderti una puntata di Amici o qualche altro programma del genere-
- Ma non sono cose per giovani?- chiese Marco, abbassando la voce nel momento in cui pronunciò l'ultima parola, che ancora lo spaventava un po'.
- Certo, ma sono un ottimo modo per rendere la gioventù innocua, per trasformare l'infezione portata dalla novità in una sana banalità. Quando non avrai più nessuna idea veramente originale, allora sarai diventato un perfetto giovane di una volta, e quindi sarai guarito.-
- Ma scusi, per guarire dalla gioventù devo diventare un giovane di un volta?- chiese Marco un pò confuso.
- Certo, e lo sai perché?-
- No-
- Perchè i giovani di una volta sono i vecchi di oggi-
Marco rimase a bocca aperta, e cominciando a pensare che forse le cose erano più gravi del previsto.
- Oh, non ti preoccupare. Credo che comunque dovrò prescriverti anche una bella dose di moralismo, che non guasta mai. Vedrai che tra tre settimane sarai già perfettamente invecchiato.- disse il dottore consegnandogli la ricetta.
Marco la prese, e per la felicità si portò la mano dietro la schiena, sperando in un lieve attacco di sciatica.

venerdì 27 marzo 2009

IL Musicista


Il musicista sa che il silenzio è solo una forma di musica più timida delle altre, e lo lusinga fino a convincerlo a rivelarsi. Non ha rispetto del tempo, e lo costringe a violare la sua secolare pigrizia modificandone a suo piacere la velocità. Conosce la combinazione segreta dei sentimenti, che apre e richiude a suo piacimento solo con il movimento delle dita. Si intrufola con la bravura di un ladro professionista tra gli spifferi del pensiero, e attraverso questi ci conduce per mano in un mondo liquido e luminoso, dove possiamo finalmente galleggiare liberi e brillanti. La sua voce è un pennello che colora i nostri ricordi più belli, trasformando un giorno di pioggia in uno di sole brillante. Adora nascondersi in piena luce, e si diverte ad invitare a ballare le nostre peggiori preoccupazioni, neutralizzandole così il più a lungo possibile.
Tremendamente geloso del successo della sua musica, sa che non gli sopravviverà, ma è comunque felice della sua ricompensa e non fa nulla per evitare il suo destino, che lo porterà a suonare nella grande orchestra che regola il ritmo dell'universo.

mercoledì 11 marzo 2009


Salviamo l'Escherichia Coli

Un'altra puntata delle nostre affascinanti interviste per la rubrica Chiacchiere fra amiche; questa volta abbiamo incontrato per voi la contessa Lavinia De Gubernantiis Mannucci, paladina della vita e dei diritti di tutti gli esseri viventi. La siamo andate a trovare nella splendida cornice di Villa Mannucci, antica residenza di caccia della sua gloriosa famiglia ( anche se la contessa ci ha assicurato che gli animali impagliati all'interno della casa sono tutti rigorosamente morti di vecchiaia).È dunque nell'incantevole mansarda leopardata ecosolidale della villa che comincia la nostra chiacchierata.

Allora, Contessa, come è nato questo suo grande amore per gli animali?
Tutto è cominciato quando mio nonno mi portava a caccia, da bambina, proprio intorno a queste colline ( indica con il braccio verso l'esterno). È stato in quei giorni che ho imparato ad amare la natura e tutte le sue incredibili creature.
Non dev'essere stato difficile, considerando la bellezza di questi luoghi. E quand'è che ha trasformato il suo amore in impegno attivo?
Intorno ai vent'anni. Ero con un alcuni amiche in vacanza in Kenya, e una di noi aveva con sé il suo incantevole coniglietto bianco. Un giorno usciamo per fare una gita al di fuori del villaggio turistico, ed il povero animaletto scompare per un attimo dalla nostra vista, giusto il tempo di venire letteralmente fatto a pezzi da alcuni lugubri individui del luogo, così da quel giorno ho capito che avrei dovuto fare di più per proteggere gli animali dalla crudeltà umana.
E da questo punto di vista lei non ha niente da invidiare a nessuno: le sue battaglie contro l'ignobile trattamento riservato ai polli nelle aziende agricole sono passate alla storia, e sono ricche di successi, come quando è riuscita ad evitare il sacrificio di migliaia di poveri animali destinati alle popolazioni del terzo mondo.
Grazie.
Ci racconti però come è nata questa sua ultima campagna, Salviamo l'Escherichia coli.
È molto semplice. La superbia degli scienziati ormai non conosce limiti, e tutti siamo a conoscenza di problemi come la morte degli embrioni per la ricerca sulle staminali, anche se sono in pochi a conoscere il dramma dell'Escherichia Coli.
Ci spieghi bene il problema, molte delle nostre lettrici probabilmente non avranno mai sentito questa parola, o forse l'avranno scambiata per un nuovo tipo di crema per la pelle
(sorride) L'escherichia Coli è un piccolo batterio che vive nell'intestino degli esseri viventi, anche in quello degli esseri umani. Nonostante sia così piccolo da non essere visibile ad occhi nudo, è anche lui una creatura di Dio, ed ha diritto a vivere pienamente la sua vita da batterio. Purtroppo, i laboratori di tutto il mondo sono pieni di migliaia di esemplari di Escherichia in cattività, che vengono usati per la ricerca e uccisi senza nessuna pietà. Basta sfogliare un qualsiasi libro di biologia per rendersi conto delle proporzioni di questo sconosciuto dramma moderno.
Terribile. E nessuno dice niente?
Nulla. Ho provato a parlarne con un ricercatore una volta, e lui mi ha guardato come una pazza e poi mi ha detto, Lei si sente in colpa quando si lava i denti? È incredibile la loro completa mancanza di umanità. Sembra quasi che abbiano preferito la matematica alla loro sensibilità, trasformandosi in automi.
Se non altro speriamo che questa intervista possa essere utile per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo argomento.
Senz'altro. E mi lasci dire che nonostante la lotta sia impari noi non ci arrendiamo, e anzi presto organizzeremo una serata benefica per impedire la sperimentazione su questo simpatico ed innocente inquilino del nostro stomaco. Se vuole venire con il suo giornale, posso farla accreditare come invitata. Sa, è una festa riservata..
Grazie, verremmo senz'altro. Come al solito è stata gentilissima.
Grazie a voi.
E buona fortuna con la sua battaglia.

Mi allontano dalla Villa che è quasi ora di pranzo, e quando sento il mio pancino brontolare penso che quei poveri batteri siano simpatici anche se forse un po' troppo maleducati.

di Falsa Senza Dubbio

mercoledì 18 febbraio 2009

Il Barbone Ignifugo


Era sempre stato il migliore. Aveva la casa piena di trofei, ed era arrivato al considerevole record di 135 barboni bruciati in un solo anno. Tra copertine e interviste in tv era diventato una vera e propria star, ed aveva perfino dovuto contattare più di un agente per gestire le sue serate. Spesso dava un saggio delle sue incredibili abilità in pubblico, dando alla fiamme qualche povero cristo davanti ad una folla entusiasta. La sua miscela di benzina e gasolio era affidabile al 100 per cento, e non aveva mai fallito un solo colpo: una volta era addirittura riuscito a bruciare un senzatetto a Capo Nord d'inverno, con la neve che scendeva copiosa ma incapace di fermare quel diabolico falò. Tutto sembrava perfetto, fino al giorno in cui non gli proposero di sfidare il barbone ignifugo, vero e proprio incubo di tutti quelli della sua categoria. Nessuno infatti era mai riuscito ad accendere un fuoco su quello strano uomo, e bruciarlo costituiva il traguardo di un carriera che da eccezionale sarebbe diventata mitica. Preparò l'evento nei minimi particolari, con una diretta tv senza precedenti: 5 telecamere avrebbero coperto la piccola porzione del parco pubblico in cui il barbone ignifugo era solito trascorrere le proprie notti, e anche il più piccolo dettaglio sarebbe stato svelato all'esigente pubblico da casa. Era addirittura prevista una moviola per catturare l'attimo in cui il barbone avrebbe brillato di luce propria. Il nostro eroe preparò una dose considerevole di miscela, sicuro di farcela senza troppi problemi: la notte primaverile era una preziosa alleata, e soprattutto era convinto che non poteva esistere nessun barbone ignifugo. Sarà solo una trovata pubblicitaria, si era più volte ripetuto, consapevole dei propri mezzi. Arrivò sul luogo in perfetto orario, sfoderando il suo celebre sorriso smagliante.
- Sei caldo?- gli chiese la biondissima presentatrice de Il Grande falò.
-Sono Bollente- rispose lui, ammiccando e mostrando il suo necessaire.
La sua vittima dormiva beata, e non sembrava accorgersi di nulla. Lui si avvicinò lentamente, e cominciò ad inondare il barbone con la sua miscela. Dopo aver accuratamente versato il liquido su ogni parte del corpo, prese un cerino e lo lasciò cadere sul barbone. La fiamma volò lentamente sul corpo addormentato, e si spense al contatto con il cappotto sgualcito. Il barbone aprì gli occhi, e vide quello che stava avvenendo.
Sottovoce si rivolse al suo avversario- Tu non potrai mai bruciarmi. Sono sulla strada da troppo tempo, ed il mio cuore è ormai diventato di ghiaccio- Il nostro piromane rimase interdetto, ed il sorriso gli sparì dal volto, ma solo per un attimo. -Vedremo- disse con aria di sfida.
Guardò la telecamera, e mostrò la fiamma ossidrica: con questa non avrebbe potuto fallire.
Una volta sopra il suo bersaglio cominciò a sparare il suo fiume di fuoco, ma questo incredibilmente si rifiutava di scorrere sul corpo del barbone. Visibilmente infastidito, il nostro eroe continuò nel suo operato fino a quando, disperato, non gettò la bombola verso una telecamera, centrandola in pieno.
-Cos'è, uno scherzo?- chiese rivolto verso lo staff della trasmissione, dove cominciavano già i primi mugugni. Dopo un attimo di iniziale imbarazzo, la bionda presentatrice prese di nuovo la parola
- Sfortunatamente, ci siamo sbagliati. Davanti a noi non c'è un campione, ma solo un buon giocatore. E adesso passiamo la linea al nostro nuovo gioco, la pena di morte!-
- Ma come un buon giocatore? Io sono il più forte di tutti!- disse, mentre tutti gli voltavano le spalle. I suoi agenti si allontanarono alla chetichella senza neanche salutarlo. Rimasero solo i tecnici tv, impegnati a smontare tutte le attrezzature. In quel silenzio che sapeva di gelo, l'ex stella si sedette fianco a fianco con l'uomo che l'aveva appena ridicolizzato.
- Maledetto..-gli disse- Mi hai rovinato! E adesso come faccio?-
Il barbone lo guardò fisso negli occhi
- Se vuoi qui c'è spazio per due - disse, indicando il parco vuoto.
Il nostro eroe improvvisamente scoppiò a piangere, colpito da quell'atto di inaspettata solidarietà da parte dell'uomo che aveva appena cercato di bruciare.
D'istinto, senza rifletterci troppo su, lo abbracciò.
Quei pochi tecnici presenti sul luogo giurarono che il barbone cominciò a perdere acqua come se si stesse squagliando.
Il suo cuore non era più di ghiaccio, riscaldato da una miccia più potente della fiamma ossidrica.
Un semplice abbraccio.

martedì 3 febbraio 2009

L'amore ai tempi di internet ( e grazie a Luisa per l'illustrazione!)

Lei colleziona aggettivi: è bella,brava, seducente, elegante e addirittura un po' simpatica.
Lui ama la sintassi semplice e le frasi brevi, che in fondo con un soggetto un verbo ed un complemento oggetto si può descrivere l'intero universo.
Lei si veste di pronomi, tu, io, lui, lei, loro, e soprattutto il temibile noi, capace di scatenare una tempesta di avverbi di tempo che tra sempre,ancora, adesso e poi, sembra non finire mai.
Lui si nasconde tra le parole non dette, e naufraga in un mare di ellissi.
Lei flirta con il periodo ipotetico e si dedica ad un condizionale che è più reale di quello che sembra.
Lui usa i punti interrogativi quando vuole essere galante, e quelli esclamativi quando sente il richiamo del testosterone.
Lei usa la punteggiatura come cosmetico, ed eccede in punti e virgole per mettere in risalto il suo sorriso.
Insieme si nascondono dietro alle parole, lasciandosi andare ad un amore fantastico e virtuale.
Si incontreranno in una sera buia, e sconvolti dalla volgarità banale della realtà rimarranno a lungo in un silenzio imbarazzato, prima di affidarsi ancora una volta alle parole, instancabili messaggere d'amore.

martedì 6 gennaio 2009

Risparmia le parole


Le parole costano. Fatica, tempo, memoria, e a volte anche qualche litigata che non avremmo voluto cominciare. E spesso vengono sprecate, tradite, deluse, scambiate per altre oppure dimenticate, lasciate a morire di noia in un angolo buio della nostra mente.
Facciamo tutti attenzione ai nostri soldi, ma delle parole non importa mai niente a nessuno: avete mai sentito qualcuno lamentarsi perché non gli bastano più gli avverbi, o non ha sostantivi da spendere  in questo mese?
Eppure senza di loro, il nostro mondo sarebbe grigio ed inodore, un vuoto ammasso di materia capace solo di muoversi nel silenzio del nulla. 
Ogni cosa dipende dalle parole: esse costituiscono l'impalcatura dei nostri sogni, il segreto di una canzone meravigliosa, l'audio di quei  ricordi speciali che ancora ci fanno ancora sorridere.
Perfino gli oggetti non sarebbero utilizzabili senza le parole, che se ho bisogno di qualcosa la devo prima chiamare, o no?
è buffo come tutto dipenda da minuscoli ed ineffabili suoni, leggeri come l'aria e pesanti come il ferro:  sono la chiave del mondo, eppure non sono niente.
Da oggi in poi, trattatele con più rispetto: abbiatene cura, fategli qualche carezza, cercate una rima aggraziata per ringraziarle della loro assoluta disponibilità.
E soprattutto, evitate di svenderle: nonostante di questi tempi l'intelligenza sai troppo spesso in saldo, cercate di essere più parsimoniosi.
Sembra facile, direbbe qualcuno, è una parola, direbbe qualcun'altro.
Esatto.  Sempre una parola, mai due, e a fine mese potrete controllare quanto avete risparmiato.
E se con quello che siete riusciti a mettere da parte vi viene voglia di scrivere una poesia, allora vedrete che ne è valsa la pena.