domenica 20 luglio 2008

Esercizi di stile


Ho i trigliceridi troppo alti. Incasso la notizia con stile, e non mi lamento: in fondo, altezza mezza bellezza. Mi aspetta un'estate analcolica ed a basso contenuto calorico, ma poteva andarmi decisamente peggio: potevo nascere Elisabetta Gregoraci, e ritrovarmi sposato con Briatore.
L'università è finita e purtroppo non mi sono neanche accorto che fosse iniziata, ed il mio futuro è imprevedibile come un tiro di dadi a D&D. Potrei mettermi a fare il cacciatore di antichi tesori, oppure il contrabbandiere nello spazio: se Harrison Ford è riuscito a fare entrambe le cose, posso farcela anch'io.
Mi dicono che questo è il momento in cui dovrei finalmente decidere cosa fare della mia vita, ma sono troppo impegnato a non fare niente per trovare il tempo necessario.
Mi limito ad esercitare al meglio tutte le mie incapacità, e devo dire che sono abbastanza soddisfatto: per l'incompetenza ho un certo talento naturale.
Fiero del mio stile un pò cialtrone, non mi offendo certo se mi viene dato dell' immaturo: di questi tempi la noia è un valore talmente considerato che è difficile rimanerne immuni.
Così, per evitare di essere contagiato, vado a correre, che in un movimento è più difficile essere raggiunti.
Ed è solo nella lucidità che segue lo sforzo fisico che mi accorgo di come tra inutili esercizi di stile s'annega il pensiero mio: ed il naufragar m'è dolce in questo mar.

venerdì 4 luglio 2008

Le conseguenze dell'estate



La velina si tolse il pezzo di sopra del costume e rimase con la schiena nuda al sole.
Lo scrittore se l'era immaginata leggermente più in carne, ma la televisione ingrassa e un filo di pancia è peccato più grave dell'omicidio per una povera letterina, ballerina, o qualsiasi altra cosa che finisca in ina ed abbia il culetto sodo.
-Il vero problema dell'estate è che non arriva mai d'inverno, portandoci un pò di caldo inaspettato e desiderato- le disse lui, sorseggiando sapientemente una bevanda gelata.
-Già, è un vero peccato che non succeda mai- rispose annoiata lei, che non aveva capito nulla ma aveva notato delle pericolose maniglie dell'amore sulla pancia dello scrittore.
Lui notò lo sguardo denigratorio della velina posarsi sul suo ventre robusto, ma a quei tempi era ancora giovane, e credeva nel fascino delle parole più che degli addominali.
- In teoria, basterebbe cambiare emisfero ogni tre mesi e l'inverno non esisterebbe più- sorrise lo scrittore, soddisfatto di sè ogni volta che diceva qualcosa d'intelligente.
- E se l'emisfero si rompe poi come si fa?- chiese lei, forse confusa dal sole che la colpiva con i suoi raggi più potenti.
Quello è un problema serio pensò lui, trattenendo una risata denigratoria. Lei fece per girarsi, e lui dimenticò il suo precedente strafalcione, intontito dalla possibilità di chiacchierare anche con i suoi seni.
Purtroppo la velina, timorosa di qualche fotografo nascosto nei dintorni, si rimise con attenzione il costume prima di iniziare qualsiasi manovra di spostamento.
- Non mi hai detto che lavoro fai- chiese lei, speranzosa di poter trovare interessante quell'uomo flaccido e senza muscoli nel caso in cui il suo portafogli fosse stato pieno come la sua pancia.
-Scrivo- rispose lui, convinto del potere di quel singolo verbo.
-E leggi anche?- fece lei senza sorridere, e lo scrittore non riuscì a capire se fosse una battuta o una dichiarazione di stupidità.
- Perfino ad occhi chiusi- provò a replicare, sperando di mantenere la conversazione su livelli di brillantezza accettabili. Lei però non c'era già più, volata via tra le braccia di un aitante ragazzone che lo scrittore conosceva come un famoso calciatore.
Con uno stile che avrebbe fatto invidia al migliore degli sconfitti, il nostro povero protagonista si distese sul lettino, finendo di sorseggiare la sua bevanda sdraiato a prendere l'ombra.
Queste veline finiscono sempre con i calciatori perchè in fondo sono una palla pensò lo scrittore, prima di cercare con lo sguardo un'altra donna da ammaliare con il fascino un pò cialtrone delle sue parole.