martedì 28 dicembre 2010

Il primo poeta della storia


Il primo poeta della storia dell'umanità nacque la notte di un giorno qualsiasi in un posto come tanti altri. In quel periodo tutte le cose più belle si erano nascoste in piena vista, e nessuno riusciva a notarle. La realtà era come un museo senza etichette e le parole vagavano libere in attesa di conoscere il loro significato. Il primo poeta non aveva la percezione della sua importanza: guardava il mondo con gli stessi occhi degli altri, ma i suoi contenevano un pericoloso luccichio.

La miccia che accese il suo talento fu il sorriso di una ragazza, destinato però ad un altro membro della sua tribù. Sfortunatamente per il povero poeta, il suo rivale lo superava in forza, bellezza e talento nella caccia, insomma in tutte quelle abilità che servivano a sedurre una donna.

Solo affinando la sua capacità di scovare il bello nel mondo il poeta avrebbe potuto sconfiggere il suo rivale, e così cominciò ad usare il suo talento per addomesticare le parole.

Nella sua mente queste non erano altro che delle scatole dove mettere da parte per lei piccoli frammenti di meraviglia.

Così, ogni volta che la incontrava, lui le regalava qualcosa che lei non conosceva, come la luna, il tramonto, le stelle e la primavera.

Lei sorrideva e non capiva, e continuava a rotolarsi nel prato con quell'altro.

Un giorno, dopo un amplesso particolarmente riuscito, lei guardò il cielo notturno ripetendo le parole che gli aveva insegnato il poeta. Il suo compagno grugnì disgustato, e poi si stese sull'erba.

Lei si alzò e corse via.Trovò il poeta sotto un albero, con gli occhi aperti ed un sorriso dipinto sul volto.

Lei gli si sedette accanto, e gli sussurrò in un orecchio

Parlami ancora.

In quel momento, il mondo divenne un posto speciale.