giovedì 14 maggio 2009

Sperduto nello specchio


Il politico si alzò dal letto senza svegliare la giovane che dormiva al suo fianco. Attraversò l'elegante stanza d'albergo e si diresse verso il grande specchio del bagno, pronto a ripetere mentalmente il discorso con il quale avrebbe aizzato la folla contro il suo nemico di turno.
Non chiederti cosa tu possa fare per il popolo, ma cosa il popolo possa fare per te, pensò, lasciandosi scappare un sorriso beffardo. Erano anni che ingannava tutto e tutti, e le cose non gli erano mai andate così bene. Certo, aveva dovuto mettere a tacere tante coscienze, ma non c'è niente che soldi, potere e donne non possano corrompere.
Aprì la porta, e rimase di sasso di fronte a quello che vide nello specchio.
Chiuse gli occhi, e subito dopo li riaprì, come per svegliarsi da un brutto sogno, anche se risultò del tutto inutile: l'immagine che vide riflessa era sì cambiata, ma manteneva lo stesso difetto di quella precedente, visto che non era la sua.
Si sedette sul bordo della vasca, e cominciò a ridere. Ma si, mi avranno fatto uno scherzo, qualche cretino del mio staff deve aver deciso di voler perdere il suo lavoro, e non mi resta che accontentarlo.
Tornò al letto, e svegliò la ragazza che aveva trascorso la notte con lui. Lei lo guardò ancora insonnolita, e poi si rimise a dormire.
-Devi venire un momento di là in bagno- le disse lui, costringendola ad alzarsi.
- Ma non ti basta mai?- rispose lei, seguendolo di malavoglia.
- Chi vedi nello specchio?-
- Vuoi farlo guardandoci allo specchio?-
-Ti ho fatto una domanda precisa. Cosa vedi?-
- Noi due..- fece, intimorita da quel tono.
- Chi ti ha pagata?- continuò lui, che proprio non riusciva a riconoscere più la propria immagine.
- Non capisco- riuscì a sussurrare lei, prima di essere colpita da uno schiaffo.
-La pagherete cara. Ora vattene-
- Ma-
-Fuori di qui- le urlò, trattenendosi dal colpirla ancora.
Sfortunatamente per lui, né la giovane né qualcuno del suo staff avevano organizzato uno scherzo.
Se ne accorse a poco a poco, quando gli capitava di guardare qualche sua foto, oppure una registrazione di una trasmissione televisiva.
All'inizio provò a gestire la cosa, ma si può fare a meno di tutti, tranne che di sé stessi: era come se la sua capacità di mentire era diventata talmente potente da sfuggire al suo controllo, e poiché si era stufata di ingannare gli altri, ora cominciava a farlo con lui.
Il suo declino fu rapido, e piuttosto che arrendersi alla sconfitta, preferì uscire di scena.
Lo ritrovano in bagno, con le mani sporche di sangue, come se prima di lasciarsi andare avesse preso a pugni lo specchio.
Sul muro c'era una scritta rossa Quell'immagine non è la mia.