domenica 7 ottobre 2007

L'arte è tutta la mia vita ( La partita di tennis 5)

Il presidente riaprì gli occhi, e si trovò davanti il seno abbondante della colf.
Mugulò un ispirato gemito di piacere e come un neonato di fronte alla sua mamma cominciò a succhiarle il capezzolo.
- Papà- lo rimproverò severamente sua figlia.
- Presidente- urlò Giorgio, geloso di quella che ormai considerava una sua esclusiva.
-Presidente, Papà...Ma cosa state blaterando?- rispose lui, con la testa ancora a mollo nel petto di lei- Chi siete voi? E cosa volete da me? Non vedete che ho da fare...-
- Papà, ma che dici?-
-La testa..Bisogna colpirlo un'altra volta in testa- suggerì lei, che con la mano cercava di evitare che la bocca del presidente continuasse a considerare il suo capezzolo come un ciucciotto.
Moglie e Marito la guardarono stupiti.
- Cazzo dici.. In ospedale bisogna portarlo.. E subito- fece la figlia, con voce flebile, ormai in ostaggio di una situazione ai limiti del paradossale.
- No- rispose Giorgio, divorato dalla gelosia- Facciamo come dice lei-.
Senza perdere tempo, preso una lampada da tavolo e colpì suo suocero che, con la bocca aperta, stava per atterrare sulla rosea cima del bianco petto di lei.
La mandibola si chiuse su sè stessa come una tagliola, e il presidente sputò un piccolo pezzo di lingua prima di cadere a terra.
-Papà- urlò sua figlia, che senza alcuna comunicazione ufficiale, diede fine alla tregua e tirò una scarpa verso Giorgio.
Il tacco lo colpì sulla spalla, lasciandogli in ricordo un livido rosso che poteva sembrare dettato dalla passione, ma che in realtà era figlio del suo esatto contrario.
La colf, ormai rassegnata a rimanere nuda, si nascose di nuovo, questa volta dietro al divano.
Il salone era diviso in due schieramenti separati; da una parte il marito, nascosto dietro una poltrona, dall'altra la moglie, che da sotto il tavolo lanciava tutto quelle che trovava a portata di mano.
Mentre infuriavano i bombardamenti, Il Presidente riaprì gli occhi. In quel momento, Giorgio, dopo un'attenta manovra era riuscito a staccare dal muro una stampa raffigurante la Primavera di Botticelli, e stava preparandosi al lancio.
- Fermo- urlò il suocero, che biascicava le parole come un bambino con un intero pacchetto di caramelle in bocca- Stai attento al mio quadro. Pensa, mi ricordò ancora quando l'ho dipinto- disse, mentre lo prendeva dalle mani del genero, stupefatto.
- L'arte è tutta la mia vita- continuò, mentre sua figlia e la colf uscivano dai loro rispettivi nascondigli. Moglie,marito ed amante si lanciarono uno sguardo preoccupato, mentre il presidente raccontava alcuni anedoti, come quando lui e il suo amico Picasso andavano a donne per le strade di Barcellona.

3 commenti:

Cirincione ha detto...

Questa Colf deve proprio essere un bel pu£$%£&ne fa perdere la testa a tutti... manca solo la moglie all'appello :asd:

Il Gabbrio ha detto...

Sono proprio curioso di vedere dove andrà a finire...
stai sfiorando il surreale...continua così!!! : D

Stefano ha detto...

ciao Giulio, solo per segnalarti la recensione del tuo blog sul
Malatempora Web Mag. questo il link:
http://www.malatempora.com/giornale/mag181_pag3.htm