venerdì 4 luglio 2008

Le conseguenze dell'estate



La velina si tolse il pezzo di sopra del costume e rimase con la schiena nuda al sole.
Lo scrittore se l'era immaginata leggermente più in carne, ma la televisione ingrassa e un filo di pancia è peccato più grave dell'omicidio per una povera letterina, ballerina, o qualsiasi altra cosa che finisca in ina ed abbia il culetto sodo.
-Il vero problema dell'estate è che non arriva mai d'inverno, portandoci un pò di caldo inaspettato e desiderato- le disse lui, sorseggiando sapientemente una bevanda gelata.
-Già, è un vero peccato che non succeda mai- rispose annoiata lei, che non aveva capito nulla ma aveva notato delle pericolose maniglie dell'amore sulla pancia dello scrittore.
Lui notò lo sguardo denigratorio della velina posarsi sul suo ventre robusto, ma a quei tempi era ancora giovane, e credeva nel fascino delle parole più che degli addominali.
- In teoria, basterebbe cambiare emisfero ogni tre mesi e l'inverno non esisterebbe più- sorrise lo scrittore, soddisfatto di sè ogni volta che diceva qualcosa d'intelligente.
- E se l'emisfero si rompe poi come si fa?- chiese lei, forse confusa dal sole che la colpiva con i suoi raggi più potenti.
Quello è un problema serio pensò lui, trattenendo una risata denigratoria. Lei fece per girarsi, e lui dimenticò il suo precedente strafalcione, intontito dalla possibilità di chiacchierare anche con i suoi seni.
Purtroppo la velina, timorosa di qualche fotografo nascosto nei dintorni, si rimise con attenzione il costume prima di iniziare qualsiasi manovra di spostamento.
- Non mi hai detto che lavoro fai- chiese lei, speranzosa di poter trovare interessante quell'uomo flaccido e senza muscoli nel caso in cui il suo portafogli fosse stato pieno come la sua pancia.
-Scrivo- rispose lui, convinto del potere di quel singolo verbo.
-E leggi anche?- fece lei senza sorridere, e lo scrittore non riuscì a capire se fosse una battuta o una dichiarazione di stupidità.
- Perfino ad occhi chiusi- provò a replicare, sperando di mantenere la conversazione su livelli di brillantezza accettabili. Lei però non c'era già più, volata via tra le braccia di un aitante ragazzone che lo scrittore conosceva come un famoso calciatore.
Con uno stile che avrebbe fatto invidia al migliore degli sconfitti, il nostro povero protagonista si distese sul lettino, finendo di sorseggiare la sua bevanda sdraiato a prendere l'ombra.
Queste veline finiscono sempre con i calciatori perchè in fondo sono una palla pensò lo scrittore, prima di cercare con lo sguardo un'altra donna da ammaliare con il fascino un pò cialtrone delle sue parole.

3 commenti:

Il Gabbrio ha detto...

Non c'è verso, non c'è dialogo con la velina...certo se uno ragionasse solo ed esclusivamente con una certa parte anatomica, vorrebbe stare con loro dalla mattina alla sera...ma c'è sempre quel cavolo di coso...come si chiama...ah, il cervello, che ti chiede qualcosa in più!!!

Alcune parti sono sensazionali...grande Giulio!!!

Francesco De Paolis ha detto...

Proprio un bel racconto, puro neorealismo!

Bella anche la saga Mendeliana-erotica!

Compliments!

david santos ha detto...

Ciao Giulio, come và? Spero tutto bene per te. Buon lavoro. Un abbraccio e un buon fine settimana.