Luna era una sognatrice, perdutamente innamorata del suo capo. Il suo universo girava tutto intorno a lui che era bello, grande e splendente, mentre lei era piccola e tonda. Non aveva nessuna speranza, e così spesso si accontentava di brillare di luce riflessa. A volte l'illusione di quel calore la portava a riempirsi di colori, ma subito li perdeva a causa della sua eterna insicurezza. Quella sera però si era fatta coraggio, e uno spicchio alla volta aveva deciso che si sarebbe dichiarata. Aveva tutto il tramonto per farlo e non c'erano nubi all'orizzonte. Gli si avvicinò, restando a distanza di sicurezza per non bruciarsi e cominciò a parlare d'amore. Lui però era troppo preso a brillare di luce propria e neanche la ascoltò. Così Luna si nascose nell'unico posto in cui nessuno l'avrebbe potuta vedere ed in quel cono d'ombra divenne rossa per la vergogna. In quel momento si rese conto di aver appena fatto qualcosa che il sole non avrebbe mai potuto fare: arrossire in preda ad un momento di debolezza. Quella notte si sentì forte come non mai. In fondo, disse, di stelle ne è più l'universo, ma quanti satelliti timidi conoscete?
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