La principessa soffriva per la mancanza di corteggiatori di valore. La sua bellezza perfetta, quasi soprannaturale, attirava solo principi azzurri interessati unicamente a conficcare la loro spada nel cuore di un drago. Lei sospirava rassegnata, nella speranza che un giorno avrebbe trovato qualcuno capace di sostenere una conversazione senza nominare cavalli bianchi ed armi lucenti.
L'orco aveva rinunciato da tempo a coltivare il giardino dei suoi affetti. Agli occhi delle donne era come un buco nero e nessuna si era mai fermata ad ascoltare la musica del suo cuore. Negli anni aveva imparato a foderare il suo aspetto bitorzoluto con tutta la dignità che era riuscito a trovare e la pellicola funzionava abbastanza bene come isolante dei sentimenti.
La carrozza reale correva veloce nel bosco, preoccupata di fare tardi all'ennesimo ricevimento. Una ruota ribelle decise di perdersi tra gli alberi, rovesciando il punto di vista sul mondo della principessa. L'orco fu risvegliato dal rumore e si precipitò fuori di casa.
Poiché si trattava di un mondo magico, la carrozza aveva preso fuoco, con la principessa all'interno.
L'orco arrivò sulla scena dell'incidente, si allacciò forte alla sua dignità e si tuffò tra le fiamme. La principessa riuscì solo a vedere il profilo di un volto irregolare seminascosto dal fumo, prima di svenire ormai al sicuro nel bosco. Cercò il suo salvatore in tutti i modi possibili, ma tutti i principi che millantavano l'impresa avevano sempre dei lineamenti troppo perfetti.
Aveva ormai perso la speranza quando un giorno, durante una passeggiata nel bosco rivide quella strana faccia. L'orco si girò verso di lei, sorpreso di trovare nei suoi occhi una luce che non aveva mai visto prima. Per un attimo entrambi ebbero la tentazione di affogare in un abbraccio tutti i loro problemi, ma poi si ricordarono di appartenere a mondi troppo lontani e proseguirono ognuno sulla propria orbita. Due come noi, pensarono mentre si allontanavano, possono stare insieme solo nel mondo delle favole.
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