domenica 22 luglio 2007

Interludio:Frankestein 1945

Sorvegliare quel laboratorio era terribilmente noioso. Per fortuna c'era Fransiska.
Un perfetto esempio della superiorità della razza ariana: una bionda di un metro ed ottanta con un fisico di stupefacente bellezza. Quando entrò dalla porta, Uwe ebbe un sussulto. Sotto il camice bianco della sua collega si potevano intravedere i contorni neri del reggicalze. Uwe cominciò a sentire come un fastidioso limite la patta dei suoi pantaloni. Con un gesto veloce della mano, lei gli venne in aiuto sbottonando la cerniera.
- Dobbiamo sbrigarci, tra mezz'ora devo trovarmi nello studio del professore-
- Non ti preoccupare- disse lui, togliendole il camice.
Fransiska si sedette sopra il tavolo, e con le gambe aperte sembrava invitarlo alla penetrazione.
- Lì no, il professore è stato categorico. La macchina non deve essere in alcun modo sfiorata.-
In tutta risposta, lei divaricò ancora di più le gambe.
Neanche la Grande MadrePatria Germania poteva avere un effetto più forte su di lui.
Con il cervello ormai ostaggio del testosterone, si calò i pantaloni e si diresse esattamente dove la suo libido aveva deciso.
Nella struggente estasi dell'amore, sfiorò senza neanche accorgersene uno dei due elettrodi della macchina.
Un'imprevista impennata dell'interruttore delle radiazioni concise con un fortunato orgasmo simultaneo.

- Allora professore, sono impaziente di vedere il risultato dei suoi esperimenti-
- Quello che sta per vedere è solo il primo esemplare di una nuova specie- disse Mengele, srotolando un telo sopra di un'enorme gabbia.
-Certo, come potrà notare è ancora un prototipo- fece, indicando una gigantesca creatura deforme- Le imperfezioni del corpo sono dovute ai cadaveri che abbiamo avuto a disposizione negli ultimi tempi.. Spero in futuro di poter disporre di qualcosa di più intero-
- Se il risultato è in linea con le nostre aspettative, lei non dovrà più preoccuparsi di niente-
-Perfetto- congolò il professore sfregandosi le mani.- Fate entrare i prigionieri.- urlò ad uno dei suoi collaboratori- Ora le farò vedere di cosa è capace questo mostro-
- Sembra così tranquillo-
- Sono le sbarre. Ha imparato a conoscere che possono fargli molto male-
- Sono elettrificate?-
- Naturalmente- disse indicando il metallo.
La creatura in fondo alla gabbia sembrava quasi inerme. Seduta con la testa china sulla spalla, assomigliava ad una statua realizzata con le proporzioni sbagliate. Il braccio destro, decisamente più lungo del sinistro, era appoggiato a terra. Solo gli occhi davano piccoli cenni di vita. Di un verde brillante, erano l'unico vero legame apparente di quell'essere con la razza umana.
Si spalancò la porta. Un gruppo di prigionieri entrò nella sala.C'erano soprattutto donne e bambine. Il professore fece un cenno ad uno dei suoi collaboratori, poi con voce pacata si diresse al suo interlocutore.
- Si allontani. è necessario prendere le dovute precauzioni-
-è sicuro che si tratti di un test significativo? Si tratta di donne e bambini, e per giunta di razza inferiore.-
-Cambierà idea quando saranno fatti a pezzi- disse il professore prima di attivare l'elettricità intorno alla gabbia.
Il suo sguardò si diresse su di una ragazzina dal fisico consunto e l'espressione fissa, come persa nel vuoto. - Faccia entrare quella bambina per prima- ordinò ad un suo collaboratore.
- Ma è uno scricciolo! Quasi non si regge in piedi-
- Più sono deboli, più lo irriteranno-
La piccola entrò nella gabbia, ed un secco rumore metallico indicò che era prigioniera.
Si muoveva con un'estrema lentezza, ma non per la paura. In effetti era talmente stanca che non aveva neanche capito dove si trovasse con esattezza.
La creatura in fondo alla gabbia si alzò senza fretta, e con passi altrettanto lenti si avvicinò alla bambina. Non fece in tempo a sfiorarla che lei svenne. Il suo corpicino denutrito si piegò a terra come un fuscello spinto dal vento. Prima dell'urto con il suolo, il gigante la prese con la mano, e delicatamente la sollevò in grembo.
- Bè che sta facendo? Non dovrebbe farla a pezzi?-
- Un attimo di pazienza capitano. Solo un momento-
Un arcobaleno di colori per un momento si riflesse nelle lenti del professore.
Dopodichè, la creatura poggiò la bambina a terra. Il colorito della pelle era diventato di un rosa vivo, ed anche il corpo non sembrava più così denutrito. La ragazzina aprì gli occhi e cominciò a camminare.
- Complimenti professore. Aveva detto che mi avrebbe dato un mostro d'incredibile ferocia, e tutto quello che mi ritrovò è un disgustoso ed inutile obbrobrio. Sparate- fece ai suoi soldati, indicando la gabbia.
- Nooo!!! Ha curato la bambina.. Non è un il guerriero che le avevo promesso, ma potrebbe esserci ugualmente utile-
- Professore, i suoi vaneggiamenti non mi interessano più.Da questo momento, lei è destiuito dalla sua carica- disse con voce ferma, mentre i mitra dei suoi soldati venivano scaricati contro la creatura nella gabbia.
Sangue di un brillante colore arcobaleno cominciò a scorrere sul terreno, ma del mostro non ce n'era più traccia.
-Ti troverò, ovunque tu sia andato- mormorò il professore sottovoce.




7 commenti:

Cirincione ha detto...

interessante, molto interessante! mi sembra che hai un debole per i nazisti e le bionde coscie lunghe...
p.s. ora che anche tu hai pubblicato un nuovo raccontino non ho più scuse per non aggiornare il mio blog :asd:

Il Gabbrio ha detto...

sempre molto stimolante ed originale, bellissimo l'intro Hard!
sul mostro con le proprietà curative ci si potrebbe fare un fumetto!
Bello!

Greta Bartoli ha detto...

Voglio proprio vedere i tempi di reazione di Cirincione... io credo che aggiornerà... domani!

Spiridion ha detto...

Grazie a tutti..

Ci sentiamo a breve.

Ps. Domani è un altro giorno. Ma quando arriverà?

Cirincione ha detto...

eh eh, ora non posso più tirarmi indietro... oggi sono fuori tutto il giorno (Prof, mi becco con uno dei due disegnatori, quelli del book), ma domani...

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu